Evoluzione normativa e integrazione ESG nel procurement: strategie, metriche e modelli di ingaggio

Il nuovo pacchetto Omnibus e i cambiamenti normativi in ambito ESG non frenano l’impegno delle aziende verso una supply chain sempre più sostenibile. È questo il messaggio emerso dal recente incontro della Procurement SDGs Community, che ha riunito imprese pubbliche e private, esperti legali e accademici per confrontarsi su approcci, strumenti e visioni condivise. Si è evidenziato come l’Omnibus rappresenti una scossa culturale, ma non un freno al percorso intrapreso. Le testimonianze delle aziende hanno dimostrato come l’integrazione dei criteri ESG sia ormai parte integrante delle strategie aziendali, con modelli virtuosi di valutazione, collaborazione e supporto alla filiera. In chiusura, il gruppo di lavoro guidato da Luiss Business School ha rilanciato l’importanza di una visione strategica e collettiva: la sostenibilità, oggi più che mai, è un fattore competitivo e identitario per tutte le organizzazioni.

Durante il suo intervento, l’avvocato Mario Natale ha chiarito che il nuovo pacchetto Omnibus della Commissione Europea, presentato il 26 febbraio 2025, rappresenta una scossa culturale e informativa più che normativa. Il pacchetto propone infatti una semplificazione degli obblighi di rendicontazione sulla sostenibilità, trasformando alcuni adempimenti da obbligatori a volontari, con lo scopo di alleggerire il carico sulle imprese, specie le PMI, in un contesto economico complesso. Tuttavia, ha sottolineato come ciò non debba tradursi in un arretramento da parte delle aziende nel percorso intrapreso verso la sostenibilità. In particolare, nel procurement, sia pubblico che privato, i criteri ambientali restano centrali e potranno continuare a rappresentare un vantaggio competitivo, anche in termini di punteggio in appalti o di reputazione finanziaria e valoriale. L’avvocato ha quindi invitato a non rallentare il processo, evidenziando che la sostenibilità rimane un elemento strategico per il futuro del mercato europeo.

Nel suo intervento, Orazio Di Pietro di Fincantieri ha sottolineato come l’azienda abbia intrapreso da anni un percorso strutturato e strategico verso la sostenibilità, integrandola pienamente nei processi di business. Nonostante l’incertezza normativa introdotta dal pacchetto Omnibus e dalla CSRD, Fincantieri non intende rallentare, mantenendo i propri obiettivi e programmi già avviati. L’azienda ha già valutato oltre 800 fornitori su base volontaria attraverso un sistema proprietario e trasparente, e punta a raggiungere quota 1.000 entro l’anno. Il focus attuale è trasformare i dati raccolti in piani concreti di miglioramento, supportando la crescita della filiera. Con il programma “Partnership”, Fincantieri va oltre la compliance, promuovendo formazione, accesso al credito e innovazione tra i suoi fornitori. La sfida ora è coinvolgere attivamente le imprese, anche in assenza di obblighi normativi, dando nuovo significato e valore alla sostenibilità nella supply chain.

Nella “Round Table Imprese a Confronto” Fabio Mencaglia di Fater, ha illustrato come l’azienda abbia integrato la sostenibilità – in particolare la decarbonizzazione – nei propri processi di approvvigionamento. Fater è impegnata pubblicamente con SBTi e ha fissato obiettivi chiari di riduzione delle emissioni Scope 3 entro il 2030. L’azienda privilegia fornitori che condividano lo stesso impegno e richiede dati precisi come LCA ed emission factors, anche all’interno delle gare. Mencaglia ha sottolineato che Fater è disposta a sostenere maggiori costi per materiali più sostenibili, in quanto la sostenibilità è parte integrante del piano industriale. Il rapporto con le PMI si basa su un approccio collaborativo, in cui Fater fornisce supporto tecnico e laboratoriale per favorire l’innovazione sostenibile. L’azienda ha avviato un sistema premiante che valorizza i partner più virtuosi, andando oltre i vincoli normativi. L’approccio è guidato da una visione etica e strategica: la sostenibilità è una missione, non un obbligo.

Fabio Martini di Sport e Salute, responsabile albo fornitori e pianificazione di Sport e Salute, ha raccontato come l’azienda integri i criteri ESG nelle proprie gare, seguendo la doppia logica sopra/sotto soglia comunitaria. Sopra soglia, l’impegno si traduce in criteri premianti concreti nelle offerte economicamente più vantaggiose, raggiungendo nel 2024 l’80% del valore dei contratti con elementi di sostenibilità. Il piano per il 2025 prevede l’aumento del peso della sostenibilità nel punteggio tecnico. Per la parte sottosoglia, tipica di un contesto fatto di artigiani e PMI, Sport e Salute ha studiato un sistema bilanciato con un questionario ESG volontario e un meccanismo di rotazione automatizzato che valorizza i fornitori più sostenibili. La sostenibilità viene così integrata anche nella fase di prequalifica, in modo proporzionato al contesto operativo. L’obiettivo è creare un modello sostenibile applicabile anche nel mondo pubblico, mantenendo il giusto equilibrio tra requisiti e capacità operative dei fornitori.

Stefano Carosi di ACI Informatica, ha evidenziato il ruolo chiave della normativa pubblica nell’integrazione dei criteri ESG. Grazie al correttivo del Codice dei Contratti (DL 209/2024), ACI Informatica ha rafforzato l’adozione di clausole sociali, criteri ESG e requisiti ambientali nei bandi, rendendoli parte integrante dei processi di valutazione e selezione. Anche nella gestione dell’albo fornitori, sono in corso azioni mirate con analisi Pareto e avvio di survey ESG per categorie prioritarie. Il pacchetto Omnibus rappresenta una sfida per la tracciabilità e conformità, soprattutto per i fornitori più piccoli, ma apre anche opportunità di miglioramento, trasparenza e ottimizzazione dei processi. Carosi ha sottolineato l’impatto concreto delle normative sul procurement pubblico, dove i cambiamenti non sono opzionali ma obbligatori, costringendo le PA a un continuo adeguamento. ACI Informatica si impegna a promuovere una cultura degli appalti pubblici più sostenibile e trasparente, collaborando con le altre stazioni appaltanti.

Nella fase conclusiva dell’incontro, il gruppo di lavoro, guidato dai Professori, Luigi Badaloni ed Emiliano Finocchi di Luiss Business School, ha confermato un messaggio chiave: il percorso verso una filiera sostenibile non si arresta, nonostante le incertezze normative generate dal pacchetto Omnibus. Durante il confronto sono emersi elementi comuni tra le aziende partecipanti: la sostenibilità è vista come leva di valore strategico, non solo come obbligo di compliance. Le tre macro-aree di lavoro – governance e progettazione della filiera, metriche e sistemi di valutazione, strategie di collaborazione e coinvolgimento – sono state approfondite con contributi concreti, esperienze e strumenti operativi. È emerso il bisogno di integrare i criteri ESG nei processi decisionali, adottare sistemi di valutazione personalizzati e promuovere partnership attive con i fornitori, anche in assenza di obblighi normativi. Il gruppo ha sottolineato l’importanza di una visione collaborativa e proattiva, in grado di costruire un ecosistema resiliente e condiviso. L’incontro si chiude con l’invito a continuare il percorso attraverso un’azione concreta e condivisa, che culminerà nell’evento fisico della community.