Luca Bernardini, Maria Grazia Pofi, Mauro Giancaspro, Antonio Scalamandré , Claudia Arcovito
Diego Giacchetti
Renzo Iorio
Nicola Rubino
Renzo Iorio
Sustainability SDGs Community
Opening Meeting – La strategia di sostenibilità ambientale nelle aziende – 24 gennaio 2024
Durante l’incontro Opening Meeting del percorso 2024 si è riflettuto sul concetto di “Sustainability Community”. Questo termine implica molto più che una semplice traduzione di parole tra lingue diverse in quanto rappresenta un vero e proprio impegno reciproco tra i membri di una comunità. La differenza tra una “Sustainability Community” e un “Sustainability Group” risiede infatti proprio in questo: la comunità si basa su un serio impegno reciproco, mentre un gruppo potrebbe limitarsi a discutere della sostenibilità senza un reale coinvolgimento.
La sostenibilità, derivante dal latino, significa letteralmente “sostenere” o “supportare”. Questo implica la capacità di spingere verso l’alto, ruolo fondamentale del leader. Un vero leader deve essere un esempio da seguire, poiché il modello “command and control” non è efficace. Un leader che non pratica ciò che predica perde credibilità e, perciò, la leadership efficace in termini di sostenibilità richiede comportamenti concreti e credibili, mostrando il percorso con il proprio esempio.
Web Talk 1 – I KPI della sostenibilità aziendale e nuove normative – 4 marzo 2024
Nel corso del primo incontro Web talk si è discusso a fondo dei KPI (Key Performance Indicators) e sulle sfide che le aziende affrontano nell’integrare KPI finanziari e non finanziari. La discussione ha messo in luce l’importanza di bilanciare questi indicatori e di rendere conto del valore generato sul piano socio ambientale. Si è anche sottolineato come i rating e le certificazioni siano strumenti cruciali ma distinti, con la necessità di saperli conoscere accuratamente.
Sono state inoltre condivise numerose best practice, sia interne che esterne, per promuovere la sostenibilità e non sono mancate poi discussioni sull’importanza di un sistema integrato che parte dai report per riconoscere le situazioni virtuose e trasformarle in programmi ambassador. Questo approccio permette di collegare i KPI strategici a progetti specifici, comprendendo così l’impatto di ogni azione sulla sostenibilità.
L’incontro si è concluso con un appello alla raccolta continua di informazioni per arrivare a una sintesi funzionale. Sono emerse parole chiave come sinergie, ispirazione, curiosità, formazione, semplificazione, e coinvolgimento degli stakeholder, indicando le direzioni future per le organizzazioni.
Middle Term Round Table – Sinergie strategiche: un approccio integrato per KPI e certificazioni – 10 aprile 2024
Durante la tappa Middle Term Round Table sono stati identificati tre temi principali: la capacità di identificare i framework, la definizione progressiva delle certificazioni e la gestione degli standard. È emersa l’importanza di affrontare gli standard con dettaglio per rendere il processo di certificazione più gestibile.
La discussione ha riguardato gli obiettivi interni di sostenibilità e quelli verso i clienti, con un focus su aspetti ambientali e produzione di energie rinnovabili nel settore delle costruzioni. Sono stati inoltre selezionati specifici obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (SDG) e indicatori per monitorare la sostenibilità a livello aziendale.
Nel corso della fase di sintesi dei lavori è stata sottolineata la necessità di un framework di riferimento condiviso tra diverse community, poiché la sostenibilità deve essere un impegno collettivo.
Web Talk 2 – Identificare e monitorare: la sfida dei KPI della sostenibilità – 4 giugno 2024
L’incontro ha evidenziato l’importanza delle certificazioni, sottolineando però che non tutte le organizzazioni devono ottenerne il numero maggiore disponibile sul mercato. Un’analisi di materialità aiuta a identificare i temi più impattanti e rilevanti per ogni organizzazione, scegliendo così le certificazioni più significative.
La sostenibilità nelle organizzazioni è stata un tema centrale, con esempi di successo che hanno mostrato l’implementazione di contratti flessibili di smart working e un giorno libero a settimana. Questo approccio deve essere monitorato sia quantitativamente che qualitativamente, con un accompagnamento culturale per garantire l’equità nel carico di lavoro.
Si è discusso anche dell’importanza degli indicatori intangibili, come la conoscenza e il know-how, e della necessità di affrontare il problema del quitting in modo proattivo. Grandi organizzazioni come Google e Microsoft hanno dimostrato che dare potere alle persone e sbloccare il loro potenziale generativo porta a benessere e senso di appartenenza.
L’incontro si è concluso ricordando che la responsabilità della sostenibilità ricade sui dipartimenti impegnati nella gestione sociale dell’organizzazione, estendendosi anche alla comunità esterna a livello locale, nazionale e internazionale.
Web Talk 3 – Architettura del successo: progettare piattaforme per KPI efficaci – 16 settembre
L’ultimo incontro didattico della Community dei Sustainability Director si è incentrato sul tema della progettazione di piattaforme per KPI efficaci. Uno degli interventi ha sottolineato come la sostenibilità non riguardi solo l’ambiente, ma anche il benessere personale. La persona deve essere capace di gestire corpo, mente e spirito in armonia, creando un equilibrio tra vita spirituale, studio e lavoro e in questo contesto, si è parlato di due tipi di leadership: i leader “estrattivi”, che sfruttano le risorse a scapito dell’ambiente e delle persone, e i leader “generativi”, che creano le condizioni per la crescita e il fiorire degli altri, promuovendo organizzazioni sostenibili e un cambiamento culturale profondo.
Un secondo intervento si è concentrato sulle certificazioni aziendali in ambito di sostenibilità, evidenziando le principali difficoltà che le aziende incontrano in questo processo. Tra gli ostacoli più comuni figurano la burocrazia complessa, la resistenza culturale al cambiamento, la mancanza di competenze specifiche e di strumenti di monitoraggio adeguati. Si è discusso dell’importanza di investire nella formazione interna, di aggiornarsi costantemente sulle normative e di utilizzare strumenti adeguati a migliorare i processi aziendali. Le certificazioni, se adeguatamente gestite, possono rappresentare una grande opportunità, soprattutto per le piccole e medie imprese, favorendo l’adozione di pratiche sostenibili.
Durante la sessione, si è inoltre discusso dell’importanza di strumenti collaborativi per comprendere meglio le difficoltà comuni e accelerare i processi di trasformazione sostenibile. Viene citata una gap analysis che ha permesso di identificare alcune carenze, soprattutto in ambito tecnologico. È emerso come la legislazione e le certificazioni siano strumenti fondamentali per facilitare la transizione verso modelli più sostenibili.
Human Resources SDGs Community
Opening Meeting – Le nuove competenze per un mindset green e sostenibile – 22 febbraio 2024
La riflessione critica sulla sostenibilità è fondamentale per valutare le soluzioni e le problematiche relative alla sostenibilità aziendale. Questo processo è particolarmente importante per i manager, che spesso devono convincere gli altri dell’utilità delle soluzioni proposte. La sostenibilità non è solo una scelta strategica, ma anche etica. Coinvolgere tutti i dipendenti, dai dirigenti agli operativi, è cruciale per creare un impegno condiviso verso pratiche sostenibili e, per superare la tendenza alla procrastinazione post-pandemica, è necessaria una visione a lungo termine, che coinvolga tutte le generazioni per garantire continuità e adattamento alle sfide future.
Il coinvolgimento della Generazione Z e la collaborazione tra tutte le generazioni sono vitali per evitare pratiche superficiali come il greenwashing e il social washing. Ogni generazione porta un valore unico, contribuendo a un approccio più autentico e sostenibile. La sostenibilità deve essere integrata a tutti i livelli aziendali, inclusi gli operai nelle operations. L’attenzione ai temi ESG (ambientali, sociali e di governance) è fondamentale per un approccio olistico.
La sfida del reskilling e dell’upskilling continuo è sempre più rilevante a causa dell’evoluzione delle competenze richieste, in particolare con l’avvento dell’intelligenza artificiale. Una governance solida è essenziale per supportare tutte le dimensioni della sostenibilità, garantendo che le pratiche sostenibili siano implementate in modo efficace e trasparente.
Web Talk 1 – People Management: perchè la sostenibilità passa dalle risorse umane – 14 marzo 2024
Il primo incontro Web Talk della Community ha messo in evidenza numerosi temi interessanti e domande cruciali per il futuro delle aziende. Durante la sessione, i partecipanti hanno condiviso riflessioni personali e affrontato problematiche quotidiane, concentrandosi sul miglioramento della gestione aziendale. Un tema centrale è stato quello delle generazioni, rilevante sin dai tempi di Platone, Aristotele e Catone, ma oggi particolarmente urgente. Per la prima volta nella storia, tante generazioni diverse, ciascuna caratterizzata da eventi e culture distinti, coesistono nel mondo del lavoro. Il concetto di “perennial” è stato discusso, evidenziando come i giovani di 20 anni possano diventare “grandi” a 50 anni e continuare a contribuire ancora a lungo. Comprendere come gestire questa diversità generazionale senza domande stranianti è cruciale. È stato discusso come sfruttare l’esperienza e creare connessioni efficaci tra giovani e persone con maggiore esperienza all’interno delle aziende.
Un altro argomento significativo è stato la sostenibilità, non solo in termini di evoluzione generazionale, ma anche nella costruzione di percorsi di carriera sostenibili. È emerso il tema dello scopo, o “purpose”, e di come l’equilibrio tra vita lavorativa e privata possa diventare un obiettivo di vita flessibile e dinamico.
L’HR (Human Resources) è stato immaginato come un sarto delle persone e dell’organizzazione, capace di gestire macro-trend e adattarli alle esigenze aziendali. Un HR che ascolta, incontra il singolo e costruisce insieme, utilizzando trasparenza e innovazione. Questo HR deve avere un pensiero fluido, capace di rispondere alle esigenze del singolo e del business, quasi come se possedesse dei superpoteri.
Middle Term Round Table – Generazioni in evoluzione: nuove competenze per un futuro sostenibile nelle aziende – 11 aprile 2024
Durante la discussione, è emersa una realtà complessa: molte persone sono ancora legate a una carriera verticistica. Sebbene le aziende siano formalmente un’oligarchia consensuale, rimangono comunque strutture oligarchiche. Gli stakeholder, sia interni che esterni, tendono ad aderire a questo sistema, e chi opera all’interno dell’azienda o proviene dall’esterno tende a inserirsi in questa logica, anche se sta lentamente cambiando.
Il cambiamento è più evidente nelle aziende che operano per progetti. La natura temporanea dei progetti richiede una partecipazione, leadership e coinvolgimento diversi rispetto alla carriera verticistica, accelerando così il cambiamento. Questo cambiamento non deve necessariamente essere una sostituzione totale, ma piuttosto un’ibridazione. Alcune aziende continueranno a essere verticistiche per alcune attività e ibride per altre.
Le persone, sia nuove che già presenti in azienda, costruiscono il proprio percorso con piena autoconsapevolezza, che deve essere ascoltata, guidata e supportata. La carriera trasversale può ottenere riconoscimenti verticistici. Per acquisire le competenze necessarie, sia tecniche che comportamentali, è fondamentale avere un dipartimento HR che ascolti, sia presente, fornisca strumenti e metodi, e garantisca qualità nella self-evaluation e nella costruzione del percorso. Questo aiuta manager e dipendenti a crescere in modo consapevole, spingendoli a costruire attivamente la propria carriera.
Il mindset sta cambiando, partendo dall’eredità aziendale e conducendola verso un futuro più elastico e flessibile, dove HR fa la differenza. Il gruppo Cham ha poi presentato i propri punti, sottolineando l’importanza di creare un output definito per ogni community. Ci sarà un momento in cui questi framework saranno aperti e HR dialogherà con comunicazione, procurement e altre aree per valutare l’inclusività dell’organizzazione.
HR è un equalizzatore nell’azienda e l’unica funzione che mette in relazione l’organizzazione con le persone, incluse le rappresentanze sindacali. Questo valore deve essere riconosciuto. Diversi punti tecnici sono emersi, riguardanti le best practice per portare avanti il modello ibrido e gestire sia la carriera gerarchica dei boomers che quella flessibile delle nuove generazioni.
Web Talk 2 – Verso carriere sostenibili: strategie di pianificazione e integrazione della sostenibilità nell’HR – 6 giugno 2024
Nel corso del secondo incontro Web Talk è stato discusso intensamente il tema dell’attrazione e della fidelizzazione dei candidati attraverso la cultura aziendale e i valori.
Durante il dibattito, si è sollevata una provocazione riguardante l’uso dei KPI (Key Performance Indicators) come strumento per valutare la carriera e attrarre nuovi talenti. Sebbene non sia stata trovata una soluzione definitiva su come diversificare e personalizzare gli strumenti HR, è emersa la necessità di creare percorsi di sviluppo altamente personalizzati e olistici. Questi percorsi dovrebbero includere strumenti sia premiali che correttivi, sottolineando che, oltre a premiare, a volte è necessario sanzionare per far comprendere il valore dei trend.
Si è discusso poi della possibilità di prendere un processo HR a caso e di adattarlo tecnicamente per rispondere ai vari fabbisogni, tenendo conto della presenza di diverse generazioni nei gruppi di lavoro e della conseguente complessità gestionale. È stata anche proposta una sessione tecnica per approfondire questi temi.
Il ruolo dell’HR si sta evolvendo verso quello di business partner strategico. Successivamente, è stata evidenziata l’importanza di proporre l’azienda in modo autentico e riconoscibile fin dal momento in cui si decide di viverla. Un percorso condiviso e trasparente, che includa sia successi che insuccessi, è fondamentale per attrarre e trattenere i talenti. La partecipazione attiva delle persone arricchisce la proposta di valore dell’azienda e crea un senso di appartenenza che può portare anche a un eventuale ritorno di chi lascia l’azienda.
Sono stati individuati due flussi principali: la costruzione del Manifesto che guiderà il percorso futuro e l’esplorazione di nuove opportunità. Le carriere sostenibili richiedono coerenza e autenticità, elementi cruciali per garantire un modello di retention efficace.
Institutional Relations SDGs Community
Opening Meeting – Protocollo di trasparenza: dialogo con le istituzioni – 20 febbraio 2024
Si è discusso di regolamentazione della rappresentanza di interessi, un tema dibattuto e discusso molte volte, ma su cui è fondamentale continuare a porre l’attenzione fino a raggiungere un risultato. Come tutti sappiamo, nel nostro paese non esiste attualmente una legge organica sulla rappresentanza di interessi. Ci sono stati oltre 100 tentativi negli ultimi 50 anni di trovare una soluzione normativa che indicasse una strada, ma senza successo.
Siamo arrivati molto vicini nella scorsa legislatura, con un iter che per la prima volta ha portato un disegno di legge dalla discussione in commissione fino alla votazione alla Camera, per poi passare al Senato. Tuttavia, questo iter si è interrotto con la fine della legislatura e quindi anche questa volta non siamo arrivati a nulla.
Nel testo discusso nella precedente legislatura ci sono però degli spunti e dei punti di attenzione su cui possiamo basarci per la costruzione di una futura regolamentazione. Permettetemi di riassumere questi spunti in cinque punti principali:
Istituzione di un registro per la rappresentanza dei portatori di interesse: Questo sarebbe un passo importante per portare l’Italia al livello delle istituzioni europee, rendendola un paese moderno allineato con il Regolamento Europeo.
Regolamentazione delle Revolving Doors: Si proponeva di regolare il passaggio da rappresentante delle istituzioni a portatore di interessi, un punto cruciale per lo sviluppo della professione.
Agenda degli incontri: Rendere pubblici gli incontri tra rappresentanti istituzionali e portatori di interesse. Questo punto controverso solleva problematiche di privacy e di segreti aziendali, creando possibili problemi se non gestito correttamente.
Trasparenza del processo decisionale: Imposizione di vincoli ai portatori di interesse, ma con chiari benefici per la categoria professionale, rendendo più partecipi e protagonisti del processo decisionale.
Istituzione di un nuovo codice di condotta: Riconoscere la rappresentanza di interessi come una vera e propria categoria professionale, conferendo un riconoscimento concreto alle società di consulenza che svolgono questa attività.
Nonostante questi spunti interessanti, tutto è finito nel nulla con la fine della legislatura. Con il nuovo governo e la nuova maggioranza, il Parlamento ha scelto una strada diversa, iniziando con un’indagine conoscitiva sulla rappresentanza di interessi. Come ci ha spiegato il presidente Pagano, non sembra esserci un grande interesse da parte dell’attuale maggioranza.
La precedente proposta legislativa era fortemente sostenuta dal centrosinistra e dal Movimento 5 Stelle, mentre il centrodestra ha storicamente posizioni diverse su lobbying e public affairs. Queste differenze si riflettono anche nell’attuale percorso legislativo, creando incertezza sul futuro.
È importante aiutare i decisori pubblici a costruire il miglior percorso possibile, basandoci sulle nostre conoscenze specifiche. L’attività di lobbying non deve mirare a influenzare negativamente i processi decisionali.
Il tema etico e sostenibile deve essere una linea guida centrale per il nostro lavoro, garantendo che la nostra attività sia vista come un’opportunità per migliorare il processo decisionale pubblico.
Web Talks 1 e 2
L’inserimento del concetto di sostenibilità nella Costituzione Italiana è stata una grande battaglia di advocacy e di lobby, e il suo successo non è passato inosservato. Non a caso, ASviS è iscritta al registro della trasparenza di Bruxelles, dimostrando un impegno chiaro e trasparente. Questa situazione non è tanto colpa dei lobbisti, ma della complessità normativa del settore. In Italia, manca una legislazione organica sull’attività di lobby, e questo rende il quadro molto complesso. Ad esempio, negli Stati Uniti, le città pagano società di consulenza per fare lobbying a Washington. Le università, come Harvard, hanno uffici a Washington dedicati a fare lobbying. In Italia, dobbiamo chiederci: includiamo anche le città e le università come soggetti che fanno lobbying? Anche i sindacati, quando fanno pressione sul governo per la legislazione sul lavoro, fanno lobbying?
Un altro punto cruciale è l’interventismo statale in Italia, che ha portato alla presenza di numerosi lobbisti di aziende pubbliche, con caratteristiche diverse rispetto ai lobbisti di aziende private. È necessario capire chi è il decisore pubblico, includendo non solo parlamentari e ministri, ma anche staff e segreterie tecniche, che hanno un forte potere decisionale.
Un tema delicato è quello delle “revolving doors”, ossia il passaggio tra pubblico e privato. La regolamentazione di questo fenomeno è essenziale per evitare conflitti di interesse e garantire la trasparenza. Le “cooling off periods” possono essere aggirate, e le scappatoie sono numerose. Tuttavia, una legge sulla lobby è comunque utile per dare un segnale di trasparenza e riconoscere i soggetti più virtuosi.
L’unica soluzione sostenibile, oltre a una legge, è una società civile forte e vigilante, capace di indignarsi e espellere dal mercato chi non rispetta standard etici. Un esempio significativo è quello della società di lobbying Bell Pottinger nel Regno Unito, chiusa dopo uno scandalo in Sudafrica.
In conclusione, è necessario lavorare insieme per influenzare positivamente le istituzioni e garantire che l’attività di lobby sia trasparente e regolamentata. È fondamentale ascoltare le diverse opinioni e collaborare per raggiungere questo obiettivo.
Procurement SDGs Community
Opening Meeting – Sustainable supply chain – 13 febbraio 2024
Durante il primo incontro annuale della Community è stata sottolineata l’importanza della sostenibilità per le piccole e medie imprese (PMI). I progressi sono stati significativi sia internamente che esternamente, evidenziando che la sostenibilità deve essere considerata una licenza per operare. La gestione dei fornitori lungo tutto il ciclo di vita è una sfida particolarmente impegnativa per le PMI. Se un’azienda fornisce i propri principi di approvvigionamento, la gestione risulta relativamente semplice. Tuttavia, la situazione si complica quando si richiede la compilazione di questionari o l’esecuzione di audit in loco. Questo scenario porta alla necessità di segmentare i fornitori e di definire una roadmap a lungo termine.
Un tema emerso con forza durante la discussione riguarda i costi associati agli audit, che possono rappresentare un ostacolo significativo. Mentre alcune aziende dispongono di budget dedicati a questo scopo, molte altre realtà non hanno le stesse risorse. Di conseguenza, è fondamentale riflettere sulle relazioni strategiche a lungo termine tra le parti coinvolte.
Un altro punto chiave discusso è stata l’importanza della formazione e della creazione di una community. La creazione di una community lungo tutto il procurement è stata una conclusione condivisa da tutti i partecipanti.
Il gruppo, composto da aziende del settore pubblico e privato, ha affrontato le sfide legate alla selezione e certificazione dei fornitori. È emerso che gli operatori devono essere allineati a criteri di lavoro sostenibili e che il Change Management interno, insieme a una cultura e obiettivi condivisi, sono fondamentali.
Il controllo della filiera è cruciale non solo per motivi normativi, ma anche reputazionali. Negli appalti pubblici, ad esempio, la reputazione di un fornitore può influenzare significativamente la scelta, anche se il reato per cui è stato imputato non è direttamente rilevante per la fornitura. La reputazione resta un elemento cruciale per la sostenibilità, influenzando vari indicatori.
Nonostante l’assenza di un rating ESG unico e universalmente riconosciuto, il tavolo di lavoro ha l’opportunità di definire i propri criteri e portarli a livello governativo. Il modello delineato mira a rispondere ai bisogni concreti delle aziende, con l’obiettivo di compiere un ulteriore passo verso una sostenibilità integrata.
Web Talk 1 – Il coinvolgimento degli stakeholders lungo la supply chain – 4 aprile 2024
Durante il primo incontro Web Talk, i partecipanti hanno discusso diverse iniziative e priorità relative alla sostenibilità nelle loro organizzazioni. Inizialmente, alcuni partecipanti hanno presentato le loro iniziative e priorità, fornendo una panoramica dei temi rilevanti per le loro organizzazioni.
Uno dei temi principali emersi è stata la necessità di un cambio di passo interno. È evidente che, quando si parla di sostenibilità, è essenziale che la funzione operativa e organizzativa si muova verso criteri di sostenibilità. Cesare ha offerto un punto di vista interessante, sottolineando l’importanza di superare i silos organizzativi. Alcuni partecipanti hanno evidenziato la necessità di evitare modelli autoreferenziali e di sviluppare criteri di valutazione chiari.
Il tema del rating ESG è emerso frequentemente, con la consapevolezza che attualmente esistono diversi sistemi di rating senza uno standard unico di riferimento, il che può creare problemi. Tuttavia, il confronto con benchmark è considerato un elemento distintivo. Inoltre, è stato discusso il contesto normativo, particolarmente rilevante per chi opera con la pubblica amministrazione, e la necessità di comprendere il nuovo codice degli appalti, con la possibilità di proporre arricchimenti alla normativa esistente.
Un altro tema trattato è stato quello delle sinergie esterne. I partecipanti hanno discusso su come trovare la giusta comunicazione e le energie necessarie per cambiare i fornitori, soprattutto le PMI. È emerso il problema di confrontarsi con aziende che devono rispondere a richieste di sostenibilità e reputazionali, rendendo necessaria l’assistenza e il supporto a questi interlocutori.
Un punto interessante emerso dalla discussione è stato quello dell’innovazione tecnologica. Il procurement è visto come un driver di innovazione, con aziende come Eni che propongono modelli innovativi e l’uso di tecnologie avanzate. L’innovazione tecnologica è considerata un elemento abilitante da prendere in considerazione.
Tra gli altri spunti emersi, il tema della formazione interna ed esterna. Inoltre, è stato sollevato il tema della comunicazione e della narrazione, con l’obiettivo di dimostrare l’impatto delle iniziative di sostenibilità dell’azienda. La narrazione dell’impatto è considerata di grande valore per la percezione e la costruzione della reputazione dell’azienda.
Middle Term – L’approccio metodologico per la gestione sostenibile della supply chain – 7 maggio 2024
Durante l’incontro Middle term i partecipanti hanno discusso le attività in corso e pianificato i prossimi appuntamenti, concentrandosi sul piano d’azione futuro. È emersa una necessità urgente di creare uno standard unificato di sostenibilità che ogni azienda possa adattare alle proprie specifiche esigenze. Innanzitutto, è stata riconosciuta la mancanza di uno standard globale che possa essere adottato universalmente. Questa carenza crea una disparità di criteri tra le corporation e i singoli paesi. Inoltre, le linee guida attuali sono spesso suscettibili di interpretazione, rendendo la semplicità e la chiarezza degli standard un obiettivo fondamentale.
Un’altra questione critica riguarda la formazione e la comprensione adeguata delle linee guida esistenti. Senza una formazione appropriata, diventa difficile implementare efficacemente le politiche di sostenibilità. Inoltre, la sostenibilità non è sempre un parametro decisivo nella selezione dei fornitori, anche se dovrebbe esserlo. Infine, è stato sottolineato che la valutazione dei fornitori deve essere differenziata in base alla loro categoria, per riflettere adeguatamente le diverse esigenze e capacità.
Per affrontare queste sfide, sono state proposte diverse soluzioni. La prima è la creazione di standard allineati tra industrie e paesi, per stabilire criteri comuni per i fornitori, facilitando così la loro valutazione e comparazione. Inoltre, è stato suggerito di sviluppare una “capability building roadmap”, chiedendo ai fornitori di impegnarsi in un percorso di miglioramento se non raggiungono un punteggio di sostenibilità adeguato.
Un’altra proposta è quella di effettuare una valutazione della maturità (maturity assessment) per capire il punto di partenza e identificare i problemi esistenti nel parco fornitori. La gestione e il controllo della filiera sono altrettanto cruciali, con la necessità di standardizzare e monitorare l’intera catena di approvvigionamento, inclusi i subappaltatori, per garantire tracciabilità e coerenza.
La digitalizzazione e la sicurezza dei dati rappresentano ulteriori sfide. È essenziale garantire che i dati siano sicuri e non compromessi, utilizzando piattaforme interoperabili che possano gestire le interazioni interne ed esterne, integrandosi con i sistemi aziendali e normativi esistenti. Questo richiede un approccio coordinato e ben strutturato, che includa la modellizzazione dei processi aziendali per integrare i principi di sostenibilità.
Anche la formazione e lo sviluppo delle competenze sono fondamentali. È necessario formare team dedicati alla sostenibilità e assicurarsi che i sistemi tecnologici siano interoperabili e conformi alle normative sulla sicurezza dei dati. Inoltre, la comunicazione e lo storytelling giocano un ruolo cruciale nel promuovere la sostenibilità. Identificare i contenuti chiave e adattarli al pubblico di riferimento, definire obiettivi chiari per la comunicazione e misurare il ritorno delle attività sono passaggi essenziali per garantire l’efficacia delle iniziative.
Formare i responsabili marketing sui temi aziendali è altrettanto importante per assicurare una comunicazione coerente ed efficace. Allocare risorse per la comunicazione e definire KPI per misurare l’efficacia delle attività è essenziale per ottenere un buon ritorno sull’investimento. L’impatto della comunicazione è trasversale, influenzando sia il senso di appartenenza all’azienda sia la reputazione esterna.
In conclusione, l’incontro ha messo in luce l’importanza di sviluppare standard globali di sostenibilità che siano semplici, universali e adeguatamente supportati da formazione e tecnologia. Solo così le aziende potranno operare in modo più efficace e promuovere una sostenibilità autentica e misurabile, che possa davvero fare la differenza.
Web Talk 2 – Economia circolare e modelli di business: dal fornitore al cliente – 25 giugno
Ricordando che il gruppo ha iniziato il suo percorso a febbraio, è stato riassunto il cammino seguito: attraverso tavole rotonde e interviste, sono stati individuati temi rilevanti, e il gruppo è stato suddiviso in due macro gruppi per affrontare i bisogni interni ed esterni. Tra i temi rilevanti emersi ci sono la gestione dei fornitori, l’allineamento culturale alla sostenibilità, la formazione e la gestione dell’ecosistema esterno.
A maggio, il gruppo si è ulteriormente suddiviso per definire i temi prioritari, use case e macro soluzioni. I tre principali macro temi identificati sono: disegno e sviluppo di servizi per la filiera, modelli operativi nella gestione dei fornitori, e sviluppo di soft skill e temi ESG.
L’obiettivo dell’incontro era allinearsi sulle macro soluzioni e avviare una gap analysis. Inoltre, si è discusso della presentazione delle best practice nel prossimo incontro di novembre, con l’intento di concludere l’anno con idee progettuali condivise.
Il primo gruppo ha discusso delle idee di macro soluzioni come il portale di community e strumenti verticali per funzione. Si è parlato anche dell’importanza di arricchire i servizi per gestire i consumi di CO2 e altri aspetti critici. Inoltre, è emerso il tema dei costi e della necessità di condividere gli sforzi all’interno della community.
Il secondo gruppo ha discusso l’impatto dell’intelligenza artificiale nella selezione e monitoraggio dei fornitori. Uno dei partecipanti ha sottolineato il basso livello di maturità della propria organizzazione nell’uso dell’IA. Un altro ha ampliato il discorso, evidenziando come l’IA non sia solo un’opportunità di digitalizzazione, ma una tecnologia trasformativa che richiede una gestione attenta da parte della direzione acquisti.
Il terzo gruppo ha riletto i macro temi e si è focalizzato su sfide, tecnologie e soluzioni. Due temi principali sono emersi: l’importanza del top management come sponsor dei progetti e la chiarezza nelle azioni di comunicazione interna ed esterna. Inoltre, è stato discusso il tema del codice etico per le piccole e medie imprese.
Mobility SDGs Community
Opening Meeting – Trend e fattori abilitanti per lo sviluppo delle smart cities – 11 marzo 2024
L’11 marzo 2024 si è tenuto il primo incontro della Mobility SDGs Community, una nuova iniziativa promossa per approfondire l’impatto e l’implementazione della sostenibilità nelle imprese. Durante l’opening meeting, il tema principale è stato “Trend e fattori abilitanti per lo sviluppo delle smart cities”. L’incontro è stato aperto con un benvenuto ai partecipanti e una presentazione delle modalità di lavoro, che si basano su formazione e condivisione con l’obiettivo di costruire, promuovere e sviluppare un sistema di Reti di Intelligenza Collettiva.
I saluti istituzionali sono stati affidati al Sindaco di Ercolano e Vice Presidente ANCI, il quale ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra pubblico e privato. Ha spiegato come, nella sua realtà, la mobilità sostenibile sia stata a lungo considerata un lusso inutile, ma la mentalità sta cambiando grazie all’aiuto dei giovani e delle realtà private. Attraverso ANCI, le città italiane hanno sviluppato gruppi di lavoro per affrontare sfide comuni.
Un’analisi sull’andamento dell’Italia nel raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite è stata presentata ASvIS. E’ stato evidenziato come i trasporti siano trasversali negli schemi di sviluppo sostenibile, fungendo da strumento per valutare il progresso verso gli obiettivi dell’Agenda 2030.
Successivamente, i partecipanti hanno preso la parola nella Round Table “Aziende a confronto”. Tra i temi emersi: la necessità di andare oltre le normative e cambiare la mentalità riguardo a queste tematiche, l’importanza del carpooling e della sinergia pubblico-privato.
Web Talk 1 – Mobilità smart e sostenibile: filiera e player di mercato – 11 giugno 2024
L’onorevole Luciano Cantone, membro della Nona Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni ha fornito una panoramica sullo stato dell’arte attuale della mobilità sostenibile in Italia, evidenziando le politiche e le strategie previste nei prossimi cinque anni.
Cantone ha sottolineato che i temi della mobilità sostenibile sono spesso utilizzati in maniera propagandistica, mentre in realtà necessitano di un’analisi approfondita basata su dati concreti. La commissione trasporti alla Camera dei Deputati lavora per lo sviluppo e il potenziamento del trasporto sostenibile, accompagnando le tecnologie disponibili e facendo un lavoro legislativo adeguato ai tempi. Questo impegno non riguarda solo la commissione trasporti, ma coinvolge anche altre commissioni come quella sull’ambiente e l’energia.
In questi giorni, l’aula è interessata dall’aggiornamento del PNIEC, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, che chiede al governo di elencare le priorità fino al 2035, tenendo conto della fase di decarbonizzazione e dell’elettrificazione dei mezzi.
Cantone ha ribadito l’importanza di considerare il contesto climatico attuale quando si parla di mobilità e altri temi di portata nazionale e internazionale. L’Italia mostra segnali positivi nella mobilità sostenibile, come la micromobilità con l’utilizzo di monopattini, la cui sicurezza è migliorata grazie a specifiche tecniche introdotte dal 2022.
Per quanto riguarda le infrastrutture, Cantone ha evidenziato la necessità di espandere le reti di colonnine per veicoli elettrici. Negli ultimi anni, si è registrato un incremento delle colonnine anche al sud, ma c’è ancora molto da fare, soprattutto nelle aree interne del paese.
Nel contesto delle Smart Cities, Cantone ha sottolineato la necessità di digitalizzare i servizi al cittadino e migliorare le reti idriche. Il PNRR finanzia queste iniziative, ma è necessaria una maggiore sinergia tra governo centrale ed enti locali.
La collaborazione con le imprese è fondamentale per sviluppare soluzioni innovative. Cantone ha spiegato che la commissione analizza proposte di legge e conduce audizioni con vari soggetti coinvolti. Il partenariato pubblico-privato è cruciale, ma richiede una regolamentazione che semplifichi i processi.
Le comunità energetiche aeroportuali possono rappresentare un punto di riferimento per migliorare i rapporti tra aziende pubbliche e private. Cantone ha sottolineato che l’Europa offre strumenti importanti, ma è necessario lavorare su accordi multilaterali con i grandi inquinatori del pianeta per avere un impatto significativo.
Il settore dei trasporti incide per il 25% sulle emissioni inquinanti, quindi è inevitabile che la Commissione Europea debba intervenire, con la data del 2035 che rappresenta un obiettivo importante in questa direzione. Dal punto di vista tecnologico, l’evoluzione del settore Automotive include l’elettrificazione, rappresentata dall’acronimo CASE (Connected, Autonomous, Shared, Electric). Questo mostra come l’elettrificazione sia una naturale evoluzione del veicolo.
L’evoluzione tecnologica non si limita all’Automotive, ma coinvolge anche il settore energetico, che sta vivendo una trasformazione grazie alle rinnovabili e alle batterie di stoccaggio. Le infrastrutture di ricarica sono il punto di contatto tra l’auto e le reti elettriche, un concetto noto come vehicle-to-grid.
Nel contesto aziendale, l’elettrificazione delle flotte diventerà centrale per la sostenibilità. Le aziende devono strutturarsi per trasformare le loro flotte operative e dei dipendenti in flotte elettriche, fornendo strumenti di ricarica adeguati. Tuttavia, questo è un mercato di soggetti privati. Le infrastrutture di ricarica sono installate da aziende che credono nella loro remuneratività, senza finanziamenti pubblici, e il costo della ricarica è attualmente alto in Italia perché ci sono ancora pochi veicoli elettrici rispetto ad altri paesi europei.
Gli incentivi sull’acquisto di auto elettriche sono fondamentali per far crescere il mercato. Attualmente, solo il 25% delle ricariche sarà pubblico, mentre il resto avverrà a casa o in azienda. Le aziende devono essere aiutate a elettrificare le proprie flotte, richiedendo la collaborazione di Mobility Manager, Energy Manager, Asset Manager, e HR.
Un altro tema importante è la deducibilità fiscale delle auto elettriche aziendali, che deve essere migliorata. In altri paesi, le aziende possono dedurre il costo delle auto elettriche fino al 100%, mentre in Italia si sta lavorando per raggiungere almeno l’80%.
Il rimborso delle ricariche domestiche è un’altra barriera che scoraggia la ricarica domestica, in quanto attualmente verrebbe tassato come reddito.
Si è concluso sottolineando che la deducibilità delle flotte aziendali e i rimborsi delle ricariche domestiche sono temi centrali sui quali si sta lavorando. Inoltre, si è accennato alla necessità di risolvere i problemi legati all’utilizzo delle wallbox domestiche e alla futura integrazione di una carta unica per la ricarica elettrica.
Renzo Iorio, ANAS: “Per quanto riguarda la mia esperienza, stiamo curando la realizzazione di autostrade soprattutto in paesi terzi. Abbiamo codici di trasparenza e questa è una realtà che apporta in questi paesi sensibilità in ambito di sostenibilità. Possiamo, quindi, esportare questo tipo di sensibilità, che può essere un traino per altre realtà”.
Renzo Iorio, ANAS: “Il nostro ruolo è essere i mobility manager del Paese, in quanto sviluppiamo le strade che permettono di raggiungere località non toccate dalle infrastrutture principali. Non c’è una ricetta che vada bene ad ogni realtà ma ogni intervento va tarato su ogni singola utenza”.
Nicola Rubino, ANAS: “Stiamo puntando molto sulla sostenibilità e sulla sicurezza sui luoghi di lavoro perché sono due ambiti su cui abbiamo riscontrato maggiore sensibilità”